Del Delitto di Espropriazione Indebita

DELL’ERARIO E DELL’ESPROPRIAZINE INDEBITA PER CONTO TERZI
L’obiettivo di questa paginetta è quello di ribadire con Rothbard, e con cosiddetti “padri fondatori” della finta democrazia statunitense, che: (1) il tiranno, sia lo stato o siano altre agenzie che rappresentano interessi esteri, non ha nessuna giustificazione logica o economica per mantenere il sistema dell’estorsione fiscale; (2) ergo, l’imposta è un’impostura; tutti i vari trucchi di tutte le forme delle imposizioni fiscali sono delle frodi aggravate e recidivate in senso tecnico, perché con esse si dilapida la ricchezza delle comunità produttive, nonostante l’oppressione fiscale non sia né giustificata né dovuta e nonostante il prelievo fiscale si esiga per conto terzi; (3) ergo, i tiranni che impongono la persecuzione fiscale sono fuorilegge e i ruffiani che la predicano (insegnanti, giornalisti e simili) sono loro complici; (4) ergo, Giuseppe Conte e i suoi compari al governo non si differenziano in nessuna parte dai lecca-suole che li precedono e né da quelli che li seguono.

1) DEL PRELIEVO FISCALE NON NECESSARIO
Sulla meccanica di del prelievo fiscale non necessario e non dovuto, rimando a Giacinto Auriti. Nessuno lo spiega meglio di lui, nemmeno dopo la sua morte. In parole molto povere, lo stato potrebbe fabbricarsi da sé il denaro. Invece lo prende a prestito dalla banca centrale, creando surrettiziamente e inutilmente un debito non dovuto. Con le imposte si pagano gli interessi su quel debito non dovuto e le imposte, come le tasse, non sono affatto necessarie a coprire le esigenze di bilancio della spesa pubblica. Dire come dicono i manuali della finta scienza delle finanze, che il prelievo fiscale serve a pagare, almeno in parte, la spesa pubblica è una scemenza assoluta, una delle tante idiozie con le quali la scuola impone l’ignoranza dalle elementari alle università.

2) DELL’ESPROPRIAZIONE INDEBITA PER CONTO TERZI
Dalla dichiarazione d’indipendenza statunitense si possono cavare alcuni essenziali principi di giurisprudenza. Non dobbiamo fare uso retorico delle varie dichiarazioni dei “diritti umani”, come fanno i ruffiani e i ruffiani-giornalisti. Io prendo questo esempio solamente perché è l’unica prova di storia moderna in cui si abbia ancora traccia di governi che perlomeno aspirino ad essere governi indipendenti.

Ieri sento il burattino effemminato Giuseppe Conte che, faticando a leggere, perché non ha fatto la seconda elementare, dice: “…abbiamo finito i nostri compitini (il bilancio dello stato) e stasera mandiamo tutto a Bruxelles per l’approvazione e le firme….” – ai nostri padroni. E lo dice con un senso di orgoglio, come il bambino che si compiace di essere lodato dai grandi, perché è andato di corpo secondo lo schema previsto dai suoi tutori.

I cosiddetti “padri fondatori” della finta democrazia statunitense esprimono un tono di fierezza completamente diverso da quello dei pupi contemporanei, e lo puoi leggere nei loro atti formali. Essi si sentono lontani dai loro sfruttatori della banca centrale d’oltreoceano e non ci stanno a farsi portare via la roba, senza nessuna ragione comprensibile, da rapinatori che nemmeno hanno mai visto di persona. Ecco perché è importante rievocare la loro memoria. Non sono uomini democratici, non sono uomini perfetti, hanno le pulci, non si lavano e puzzano, sono ignoranti, accettano le cure della medicina convenzionale, quella dei medici che non si lavano le mani e non sterilizzano i ferri prima di tagliare, si lasciano abbindolare dai gesuiti e hanno tante altre lacune ma sono uomini che non si lasciano rapinare senza reagire e quindi, a differenza delle bestie che s’incamminano in mandrie mansuete al macello, e a differenza dei ruffiani che si sottomettono per qualche osso da sgranocchiare sotto il tavolo, sono uomini, pretendono di conservare il diritto del godimento della propria roba. Quelli che vediamo oggi, sia in Europa che negli Stati Uniti d’America che nel resto del mondo, non sono altro che ruffiani e marionette. Nascono e crescono in un sistema in cui non c’è da far altro che prendere l’esempio dai colleghi più anziani, seguire le regole e crescere assieme a loro nella commedia democratica, o nella commedia comunista, come si fa carriera in un’impresa multinazionale. Il più delle volte polemizzano per finta, altre volte s’inalberano sul serio e si associano in gruppi contro altri gruppi per ambizione di cortile, per invidia, per ottenere qualche zolletta di zucchero in più, o per odio, ma in definitiva lavorano tutti per la stessa impresa e nessuno di loro – o quasi nessuno – sembra comprendere e/o condividere lo spirito, tutto ribelle e tutto indipendentista, dei cosiddetti “padri fondatori” della finta democrazia statunitense.

DELLA PROSPETTIVA ANTI USURA DEI COLONI AMERICANI
Andrew Jackson (in carica dal 1829 al 1837) caccia a calci-in-culo i banchieri internazionali, gli agenti della banca centrale inglese impiantata negli Stati Uniti d’America, confiscando tutto quello che avevano in cassa. Jackson e il suo successore Martin Van Buren (in carica dal 1837 al 1841) permettono, senza farsi ammazzare, alla federazione statunitense di prosperare liberamente per circa 70 anni. “Liberamente” significa senza una banca centrale, perché la banca centrale non serve proprio a niente, e a maggior ragione senza una banca centrale inglese. Durante quei 70 anni i tiranni britannici hanno creato un sacco di problemi alla federazione degli Stati Uniti, ma non sono mai riusciti a mettere sotto controllo la colonia fino al 1913, quando restaurano la banca centrale, la Federal Reserve. La Dichiarazione d’Indipendenza si firma però prima che Jackson diventi presidente. Quello è uno spirito condiviso anche con altri coloni attaccati alle proprie terre e alla propria roba.

Dalla prospettiva dei coloni indipendentisti si cava che il solo ruolo del governo, di un qualunque governo, è solo quello di proteggere la vita, la libertà e la proprietà (dei “governati”). Ma se al governo viene dato il potere, o se se lo prende, di “tassare”, imporre decime, imposte e gabelle, di gestire in monopolio il territorio e la giurisdizione, vedi bene che qualcosa non funziona “de facto” da subito.

La proprietà della proprietà privata, il suo mantenimento, il suo godimento e la libertà di poter pretendere il suo mantenimento e il suo godimento, come risultato di un atto di appropriazione originaria, o di produzione, o di scambio con un altro legittimo proprietario, impone il diritto indissolubile del proprietario di esercitare la giurisdizione totale sulla sua proprietà. Se iniziamo ad indulgere al depistaggio del finto pensiero moderato, tale per cui tutto deve essere lasciato fare, per rappresentanza, ai tiranni paternalisti o ai loro scribi e porta-borse, siamo sempre indotti a cedere alla fregatura della finta necessità di una causa “superiore”, di un potere “superiore”, di un giudice “superiore” eccetera. Mai come oggi abbiamo davanti ai nostri occhi il collasso dell’illusione secondo la quale, lasciando fare ad altri, considerati più esperti, più saggi e più bravi, nonostante siano dei totali analfabeti (vedi Salvini, Renzi, Bagnai, Conte, Di Maio, Lorenzini e compari, la lista è lunga) lasciandosi guidare, si giunge a miglior fine.

DEL DOMINIO SEPARATO DI GIURISDIZIONE ESCLUSIVA
Infatti, il vero scopo del concetto stesso di proprietà privata consiste nello stabilire un dominio fisicamente separato di giurisdizione esclusiva. Ciò si rende necessario nella malaugurata ipotesi in cui le risorse scarseggino (cosa che oggi non è e non può essere, se non per via di un’altro trucco) e ciò dia luogo a conflitti di varia natura. Nessun proprietario di roba qualunque può rinunciare ai suoi diritti di giurisdizione assoluta sulla difesa FISICA della sua roba, a meno che non l’abbia venduta o abbia trasferito in altro modo la proprietà di quella roba (come si fa quando si firma un contratto in banca, quando si aliena la proprietà di ciò che si “deposita”); in quel caso, e solo in quel caso, un altro soggetto avrà totale giurisdizione su quella roba. Questo significa che, ragionevolmente, il proprietario mantiene quei diritti, a meno che non voglia abbandonare la propria roba per qualche giustificato motivo oggettivo.

DELLA PROTEZIONE E DELLA SICUREZZA
Per quanto riguarda il rapporto di un proprietario di roba con altri proprietari di roba, essi beneficiano del lavoro comune, se vogliono, condividendo la fatica di difendere fisicamente le loro proprietà dall’ambizione e dalla voracità d’altri. Tuttavia, ciascun cooperatore può interrompere questa sua condivisione di lavoro con gli altri, unilateralmente, a suo arbitrio, oppure decidere di farsi pagare, o di pagare dei gorilla armati, e non ha nessun obbligo di continuità, se così gli gira, con gli altri affiliati.

Perciò, per soddisfare la domanda di protezione e sicurezza tra affiliati proprietari di roba, è possibile che si costituiscano imprese specializzate di gorilla che fanno da guardiani, da assicuratori, da arbitri, in cambio di un corrispettivo. Non si può permettere, tuttavia, ad alcun gorilla di queste imprese private di protezione-assicurazione-arbitrato e quant’altro, di obbligare alcun libero proprietario di roba a “beneficiare” della loro protezione. Allo stesso modo, non si può permettere a nessuna altra impresa di gorilla, concorrente a quella esistente, di offrire gli stessi servizi agli stessi clienti dei gorilla già ingaggiati. Questo significa che a nessuna brigata di gorilla armati è consentito di finanziarsi imponendo tasse, gabelle, decime, imposte e nessun’altra forma di estorsione fintamente legalizzata.

3) DELLA LICENZA DELL’ESPROPRIAZIONE INDEBITA
In contrasto con Rothbard, e con i cosiddetti “padri fondatori” della finta democrazia statunitense, abbiamo lo stato, la cricca di burocrati armati che pretende l’esclusiva della finta giurisdizione, della finta protezione e della vera estorsione. Lo stato italiano sottrae con l’inganno e con la violenza almeno il 70% della ricchezza prodotta da ogni singolo cittadino costituente la popolazione indipendente (e questo significa che tutti lavorano almeno 8 mesi ogni anno senza essere pagati).

Lo stato, non solo quello dei ruffiani italiani, ha il monopolio della protezione giurisdizionale (rispetto ai cittadini ma non rispetto agli stati più prepotenti) che somiglia alla protezione vista al cinematografo dei pistoleri della Chicago degli anni 1930: “tutti pagano la nostra protezione altrimenti facciamo saltare in aria i loro locali”.

Stai attento, il “diritto” che si prende con la forza lo stato, la gestione e lo sfruttamento in monopolio del territorio, la gestione in monopolio delle liti tra ladri di polli ma anche tra cittadini e canaglia della pubblica amministrazione (quindi il monopolio della giurisdizione), la gestione in monopolio della finta protezione dei cittadini, non sono altro che l’inizio di un atto inammissibile di espropriazione indebita della roba d’altri.

Diciamo pure che questa base inammissibile di atto illecito e forzoso, compiuto materialmente dagli armati che lavorano per lo stato, fornisce ai monopolisti e ai loro ruffiani la LICENZA per ulteriori espropriazioni indebite che si hanno in ciascun singolo atto degli aguzzini dell’erario. Questo è il sistema sul cui si fonda l’estorsione mascherata da tassazione.

Ogni volta che un burattino prende il posto di un altro, si sforza, si sforza, si sforza, ma non riesce a migliorare la situazione; l’estorsione continua. Ieri sento Salvini, solo per fare un esempio, gli altri sono anche peggio, dire: “..abbiamo risolto il problema del…almeno per 500 mila persone..e non è poco” bravo analfabeta che non sa contare. Anzitutto 500 mila sono poche, rispetto ai 60 milioni di contribuenti dissanguati, ma anche fosse vero ciò che dice, chi sono? Mica ci dice i nomi. Come potrò mai sapere che quei 500 mila, effettivamente, hanno avuto i 500 euro di carità di pensione di sopravvivenza? Fanno sempre così in televisione, ogni volta c’è un fortunato che vince alla lotteria di capodanno ma non si saprà mai chi è. E come sai che quel fortunato effettivamente esiste?

4) DEI PUPI AI GOVERNI PRESENTI
C’è qui poco da dire. Per prima cosa, ricordiamoci che vanno al potere con le stesse meccaniche dei ruffiani puri. La televisione li sceglie e li promuove, il resto segue la meccanica della carriera d’impresa. Se non fanno troppe cazzate, crescono di popolarità (perché la tv li promuove) e prima o poi vanno in parlamento o al governo. Tuttavia, lo abbiamo visto di sopra con Jackson, un presidente del consiglio può anche farsi girare le palle e fare di testa sua. Teoricamente.

Lo fanno? Renzi non lo fa. Obama non lo fa. Bush, ovviamente, come suo padre e il suo bisnonno prima di lui, non lo fa. E questo fantoccio-fighetta di Peppino Conte lo farà? E il suo padrino Trombone Trump, lo farà? E Putin lo farà? No, non lo faranno. Non perché io preveda il futuro, tutto è possibile, ma dico che mi pare poco probabile e non servono tante prove indiziarie, ne bastano alcune, però molto evidenti. Renzi, per esempio, si capisce benissimo che fa una recita ridicola con la tacchina Samantha Cretinetti, la quale ride con lui e finge di essere nello spazio. Renzi sappiamo che è un fantoccio ma lo stesso farà più tardi Trombone Trump. Quindi anche Trump non è più determinato di Renzi. Conte, che si strofina sulla gamba di Trump come una gatta in calore che fa le fusa al padrone appena rientrato in casa, ti pare che possa avere la stoffa per prendere a calci in culo i ruffiani della BCE? Lui, che dice fieramente di stare per mandare il compitino appena scritto in bella copia ai suoi padroni di Bruxelles? Io dico di no. Al ruffiano Giuseppe Conte preferisco il truffatore internazionale Mario Draghi, il quale ha leccato tutta la vita ma ha anche gestito truffe di trilioni, vedi per esempio il trucco delle privatizzazioni, che è un imbroglio molto amico del gioco di prestigio dei 5000 arresti illegali per alienare l’industria italiana. Almeno Mario è un criminale di un certo livello.

Published by economia, finanza e fisco

Come si gestisce l'impresa che sopravviva nel nostro sistema economico-giuridico? Cos'è il sistema economico e come funziona? Come funziona l'impianto giuridico-economico in Italia, in Europa e nel resto del mondo? Cosa studiano e a cosa servono gli economisti? Cosa studiano e a che servono gli insegnanti di economia politica? Come si controllano il sistema economico, i processi di produzione e consumo, di tutte le categorie di aziende? Come continuare ad ignorare il problema monetario, e il problema dell'alienazione del monopolio della sovranità monetaria, nonostante il tema sia stato oramai ampiamente descritto, spiegato, e le spiegazioni distribuite?

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